Il Palio di San Michele Arcangelo, a torto o a ragione, è da sempre considerato la festa del “somaro”, il protagonista più atteso, l’animale sul quale, per un anno intero, sono concentrate le attenzioni e le speranze di tutti i portatoli, nell’attesa di vederlo poi alla prova nel corso delle gare della domenica dei Giochi.
Ma non è solo quello. C’è sicuramente da considerare anche coloro che rendono possibili i risultati dei somari, somarai e stallieri, e coloro, arcieri e frombolieri, che completano lo schieramento dei giocolieri.
Protagonisti storici dei Giochi de le Porte, i somari di San Facondino, hanno avuto alcuni di loro l’alone della leggenda: Rosina, soprannominata dai portatoli la “Principessa”, il mitico Mandolino primattore dei primi anni della manifestazione e poi fino ai giorni nostri le vittorie di Gibilisco e la straripante potenza di Indio.
E la fama e l’interesse che circonda il somaro ha portato, come conseguenza, attenzione ed onori per coloro che li guidano durante la manifestazione dei Giochi, tanto che l’Ente Giochi ha creato, nella giornata del “somaro day”, anche un riconoscimento che ogni anno viene consegnato a somarai che hanno poi fatto la storia del Palio.
Gente come Luigi Pasquarelli, detto il “Feroce”, Eugenio Matarazzi, Dino Baragliu, Domenico Frillici, detto il “Poncy”, Mario Pasquarelli, Lucio Pierotti, detto il "Cavaliere pallido", ai quali si sono poi aggiunti in tempi recenti, Filippo Mencarelli e Leonardo Valentini, detto “Paco”, oltre ai giovani Mattia Pasquarelli, Stefano Petrini, Edoardo Angeli, Emanuele Giulietti, Mattia Biagioli, Simone Di Loreto e Matteo Paccamonti hanno fatto la storia e le fortune di Porta San Facondino.
Ma il Palio di San Michele Arcangelo è anche tiro con la fionda e tiro con l’arco.
L’attenzione che si riversa sui somari, talvolta porta a sottovalutare le loro prestazioni e l’importanza che rivestono per la conquista della vittoria finale.
Estenuanti spareggi per prevalere sull’avversario più ostico ed insidioso o, al contrario, l’ultimo bersaglio sbagliato, hanno voluto dire la vittoria o la sconfitta per la propria Porta.
Nei primi anni dei Giochi era forse l’improvvisazione del tiratore o la freddezza il giorno della gara, a decidere le sorti della vittoria finale. Oggi invece sono i lunghi allenamenti che iniziano pochi giorni dopo la disputa del Palio, a dire chi salirà sul palchetto per difendere i colori di Porta San Facondino.
Anche in questo settore San Facondino ha fatto scendere in piazza protagonisti assoluti: dagli albori di Giuseppe Pasquarelli, si è poi via via passati a Fabrizio Gelsi e Fausto Pennoni, il “Peja”, e ancora Emanuele Merli e Giacomo Pericoli ed ai campioni acclamati di oggi Mirko Marinelli ed Omar Nardi, tutti per la fionda.
Analogo discorso di può fare per gli arcieri. Così a scagliare le cinque frecce contro il bersaglio, con alterni risultati, si sono succeduti Pierdomenico Baldelli, Maurizio Pasquarelli, Marcello Fazi, Paolo Merico, Luciano Campioni, Giuseppe Vecchietti, Manuel Brunetti, Danilo Passeri, per arrivare ai giorni nostri al giovanissimo esordiente Luca Castagnoli, ormai veterano della piazza.
Un gruppo di persone che in questi oltre 35 anni di edizione del Palio di San Michele Arcangelo è riuscito a far sì che la Magnifica Porta de Santo Facondino sia e sia sempre stata, vanto ed orgoglio della Città di Gualdo.